Il DONO della sua presenza

di Andrea Corsini

(Dicembre 2008 - Yoga Italia, num. 63)

Un bambino curioso la cui ricerca non si è interrotta ma continua in altri mondi

Incontrai Swami Chidananda soltanto due volte, ma in quei brevi momenti ho ricevuto il dono della sua presenza.

Il primo incontro avvenne nella cittá santa di Assisi nel 1994. Ricordo la sua figura esile e forte allo stesso tempo, i suoi piedi scalzi, la veste color ocra dei rinuncianti; quando incominció il suo discorso, non riuscii a trattenere le lacrime di commozione e riconoscenza.
Anime immortali e radianti. Amati figli di Dio. Praticanti, insegnanti di yoga. Devoti di Dio. Amanti della giustizia. Ricercatori dello spirito. Membri della razza umana. Fratelli. Sono felice di essere qui con voi. Auguro a tutti la pace di Dio e la gloria dentro di voi.
In questi tempi oscuri, la sua invocazione ci fa realizzare l'umano e il divino dentro di noi, offrendoci la speranza della consapevolezza. Come tutti gli illuminati, non dimostrava i suoi anni e nei suoi occhi si poteva ancora scorgere una grande curiositá, un grande stupore di fronte alle meraviglie del creato.
È cosí che voglio ricordarlo, un bambino curioso la cui ricerca non si è interrotta ma continua in altri mondi, per altre vie.

La seconda volta era al Ciocco nel 1999. Nei suoi discorsi percepii l'essenza stessa del dharma trasmessa con una chiarezza e semplicitá che è solo dei "grandi".
Quel dharma vissuto senza sforzo: nirbija che ha in sé la forza di farti essere "quello" nel momento dell'incontro. Tornando a casa dopo quell'esperienza, riuscii a chiarire una relazione personale che mi aveva procurato molta sofferenza durante la vita.
Donate voi stessi senza paura, l'uomo che agisce con egoismo contraddice la legge divina.

GRAZIE per quello che ci hai trasmesso.



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