L'ASANA è immobilitá

di Andrea Corsini

(Dicembre 2005 - Yoga Italia, num. 51)

Secondo Andrè Van Lysebeth un praticante molto evoluto puó mantenere una postura fino a tre ore ma per Taimmi il perfetto dominio della posizione si ha quando il Sadaka resta stabile per quattro ore.

Patanjali, Sutra Il, 46: La posizione (asana) deve essere stabile (sthira) e confortevole (suka).
Il commento sulle due qualitá che differenziano un'asana da una semplice posizione lo lascio a Ik Taimmi ne "La Scienza dello Yoga. Commento agli Yoga Sutra di Patanjali alla luce del pensiero moderno" (Ubaldini, 1970, pago 233):
"Patanjali dedica alla tecnica degli asana soltanto tre sutra, ma in essi vi è la cono- scenza essenziale riguardante l'argomento. Il primo di essi riguarda due esigenze fondamentali per l'esercizio dell'asana. La posizione deve essere stabile e comoda. Lo yogi dovrá scegliere uno dei ben noti asana adatti alla pratica della meditazione, quali padmasana o il siddhasana, e praticare l'esercizio di restare in quella postura, finchè non possa mantenervisi per lunghi periodi di tempo senza il minimo desiderio di compiere alcun movimento...
Lo yogi dopo allenamento sará allora capace di mantenere il proprio corpo in una postura corretta indefinitivamente, e di dimenticarlo completamente".
Se si parla di sthira si intende una posizione mantenuta nell'immobilitá.

Andrè Van Lysebeth ne "I miei esercizi di Yoga" (Mursia, 1980, pago 18) cosí si pronuncia per quanto riguarda l'immobilitá in asana:
a) livello inferiore da 1 a 2 minuti: principiante
b) livello medio da 2 a 5 minuti: praticante medio
c) livello superiore da 5 a 15 minuti: praticante avanzato
d) livello massimo da 15 minuti a 3 ore: praticante molto evoluto.

A proposito del livello massimo, Taimmi dice (pag. 234) "che si ritiene di essere giunti al perfetto dominio dell' asana quando il Sadaka puó mantenervisi stabilmente e facilmente per 4 ore...". "Una volta che sia stata acquisita l'abitudine alla postura, questa potrá venir mantenuta per qualsiasi tempo, mentre l'attenzione dello yogi si concentrerá sulla mente" (sesto anga, Dharana, dell' Astanga-Yoga di Patanjali pur essendo in Asana, terzo anga).
Per concludere il commento su questo sutra, lascio la parola ad Andrè Van Lyse- beth (pag 19):
"L'immobilitá (costituendo un elemento caratteristico e inseparabile delle asana, poichè è questo che conferisce loro la qualitá di asana, contro qualunque esercizio dinamico e fisico) va assolutamente conservata il piú rigorosamente possibile. Del resto essa è accessibile a ogni allievo, anche principiante, e in ogni momento della pratica."

Lo yogi deve ricordarne l'importanza e tendere all'ideale nella pratica dell'asana, in conformitá al sutra preso in esame.
Da ultimo vorrei ricordare la definizione di asana data da Andrè Van Lysebeth: "Asana: una statua che respira".


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